Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Gand e all’Accademia di Bruxelles, attorno al 1886-1887 Théo van Rysselberghe scopre le opere di Georges Seurat in compagnia di Émile Verhaeren. Amico di Octave Maus, nel 1883 è uno dei membri fondatori del gruppo avanguardista di Bruxelles chiamato “Les XX”. Alla fine del XIX secolo, il puntinismo dei suoi dipinti lascia spazio ad una composizione con grandi pennellate allungate. Come Georges Seurat e Paul Signac realizzò molti paesaggi marittimi. Dipinge vari ritratti che dedica soprattutto ai suoi amici, come quello di Alice Sèthe. Quest’ultimo mette in valore l’arredamento, dipinto con precisione, che contrasta con il desiderio di sintesi tipico dei puntinisti francesi. I suoi personaggi non hanno l’aspetto “ieratico” di quelli di Seurat. Oltre che dal post-impressionismo, il pittore sarà influenzato dal giapponismo, con una particolare predilezione per Hiroshige. I suoi paesaggi marittimi si semplificano, e contrastano con il lusso dei dettagli dei ritratti. Théo van Rysselberghe dipinse anche un buon numero di gruppi di nudi femminili, che furono il suo soggetto preferito a partire dal 1910: “L'heure embrasée” (1897), “Baigneuse autour d'un rocher” (1910), “Baigneuses à Cavalière” (1910). Ma dipinge anche nudi solitari, come “Nageuse au repos” (1922) e “L'Ablution ou Vénus accroupie” (1922). Questi lavori appaiono privi di intenzioni erotiche, almeno è quanto pensa lo scrittore André Gide che li definisce “nudi igienici”. Questo periodo coincide con il passaggio dalla fase di influenza post-impressionista a quella di un ritrovato classicismo. Théo van Rysselberghe fu anche illustratore e decoratore di libri, come ad esempio la raccolta “L'Almanacco” di Émile Verhaeren, del 1895, in cui disegnò ornamenti, arabeschi e illustrazioni dei testi. Allo stesso modo decorò cataloghi di mostre del gruppo "Les XX”. Attorno alla fine dell’800, si stabilì definitivamente a Le Lavandou per tornare ad una certa forma di classicismo. La sua villa-laboratorio è un importante elemento dell’identità architettonica e culturale di le Lavandou, e si inserisce in un contesto più ampio legato all’arrivo dopo la fine del XIX secolo, in Provenza e in particolare a le Lavandou, di molti artisti e intellettuali, che hanno contribuito allo sviluppo di una nuova identità culturale della regione e alla sua fama all’estero. L’importanza di questa zona si evidenzia attraverso la sua architettura da un lato – che si tratti di luoghi di villeggiatura, di luoghi che testimoniano il passaggio di questi artisti o di luoghi culturali - ma anche grazie alle tantissime opere pittoriche che hanno immortalato e idealizzato questi meravigliosi paesaggi. Per le sue doti intrinseche e per il contesto storico in cui si inserisce, la villa Van Rysselberghe rappresenta un grande valore patrimoniale, che il Ministero della Cultura ha riconosciuto nel 2000 con il marchio d’eccellenza “Patrimonio del XX secolo”. |