Dal dodicesimo secolo, Le Lavandou era una frazione sotto la tutela di Bormes… A decorrere dal 1830, tuttavia, si scatena una vera e propria rivoluzione con l’arrivo della Compagnia ferroviaria del Sud della Francia (SF), che collega le piccole stazioni del litorale (fra cui Cavalière, La Fossette, ecc...) su 233 km. Questa mutazione si concretizza nella venuta dei turisti provenienti dell’alta aristocrazia parigina nonché di alcuni artisti ancora sconosciuti che si stabiliscono a Le Lavandou, ridotto finora dalla borghesia di Bormes al rango di un semplice borghetto di pescatori liguri e contadini piemontesi immigrati. Le prime ville sono edificate a Saint-Clair e Cavalière, due zone ancora selvagge, mentre la costruzione degli alberghi segue abbastanza rapidamente. Il trenino che fa quotidianamente la navetta tra Tolone e Saint-Raphaël porta sul posto una quantità crescente di primizie, fiori e canne. Nell’arco di 20 anni, la popolazione aumenta da 350 a 770 abitanti e comincia a godere di una relativa opulenza. Questo fenomeno nutre un vivo timore tra i nativi di Bormes presenti dal XV° secolo perché Le Lavandou – approfittando della crescita del turismo e dell’arrivo massiccio di braccianti agricoli, pescatori e sterratori originati dall’immigrazione italiana – rischia allora di soppiantare la supremazia di Bormes. L’idea di una separazione amministrativa si diffonde già da ambo le parti. Tra il 1907 e il 1913, i vivi dibattiti tra i sostenitori dei due campi girano soprattutto intorno al tema del beneficio pecuniario che Le Lavandou può trarre dalla sua posizione marittima e Bormes dalla sua tutela. Il fatto è che questa separazione priva Bormes di una buona parte delle sue entrate, nello stesso momento in cui Le Lavandou richiede sempre più infrastrutture all’autorità comunale, che quest’ultima recalcitra a realizzare. Di conseguenza l’emancipazione di Le Lavandou diventa una questione di tempo e di… scelte politiche di fronte a tante divergenze economiche. Il giorno 11 aprile 1909, il Consiglio comunale di Bormes prende atto dell’incontrollabilità della situazione e si pronuncia a favore della costituzione della frazione di Le Lavandou in comune autonomo, attribuendole i relativi oneri, debiti e l’obbligo di sovvenire Le Lavandouai propri bisogni… Rimangono da delimitare i confini del nuovo comune, sotto la vigilanza del prefetto che incarica esperti all’uopo. Le Lavandou eredita una fascia costiera larga 1 km che si estende dal ruscello di Pramousquier fino a quello di La Vieille, ciò che interessa vivamente i modesti proprietari di terreni situati in riva al mare, che diventano improvvisamente più ricchi di alcuni benestanti di Bormes (visto che l’imposta sul reddito non esiste ancora). Ai nuovi limiti del comune, la resistenza di alcuni cittadini si organizza per poter rimanere bormesi. Tale è il caso di La Grande Bastide, dove circola una petizione che è poi inoltrata al Consiglio Generale del Var, di cui si richiede l’arbitrato per arginare gli appetiti degli abitanti del futuro comune. Anche il Ministro dell’Interno, sotto l’impulso del Consiglio di Stato, si intromette nella vicenda e rimette in causa il principio dell’indipendenza di Le Lavandou. Finalmente, il giorno 11 agosto 1907, il Consiglio comunale di Bormes dà il proprio consenso alla suddivisione delle due aree. La legge che erige la frazione di Le Lavandou in comune autonomo è pubblicata il 20 maggio 1913 nella Gazzetta Ufficiale e promulgata cinque giorni dopo dal Presidente della PoincaréRepubblica Raymond Poincaré. All’epoca, la popolazione di Le Lavandou consta di 970 abitanti.
Il Dott. Paul Reynaud è nominato primo sindaco nel luglio 1913, poi scoppia la Grande Guerra 1914-1918 che fa periclitare il giovanissimo comune.Solo l’avvento delle prime ferie pagate, nel 1936, farà uscire il paese dal suotorpore. Nel 1942 l’esercito italiano – i cui soldati si sentivano già un po’ a casa loro – occupa Le Lavandou fino al 1944. Oggi esiste una vera costellazione di gemellaggi tra villaggi provenzali e italiani.
Con il necessario distacco storico e nel contesto politico attuale, è edificante constatare il ruolo giocato dall’immigrazione italiana che si è progressivamente integrata nella popolazione locale, confinata in riva al mare dalla grande borghesia bormese ostinatamente aggrappata alla sua roccia e orientata verso la conduzione di fondi rustici invece di sfruttare il mare. L’invenzione del cavallo vapore e l’intuizione (ma anche il lavoro) dei migranti italiani hanno bastato per trasformare il paesaggio economico di Le Lavandou. Ciò nonostante, questo “atavismo” esiste ancora oggi tra i due comuni, la cui rivalità è sempre così vivace malgrado l’aumento della popolazione di Le Lavandou che raggiunge ormai i 5.800 abitanti, in maggior parte di origine europea. Il 25 maggio 2013, il comune festeggerà il suo centenario e celebrerà la propria indipendenza… probabilmente nell’indifferenza dei nativi di Bormes ! |